Islanda - Maggio 2017
16.06.2017 14:08Questa primavera si è avverato un sogno: una vacanza di pochi giorni in Islanda! Erano anni che avevamo intenzione di andare a visitare questo luogo misterioso e selvaggio e quest’anno grazie allo stop-over proposto da Icelandair ci siamo riusciti! In effetti abbiamo passato 3 notti in questa meravigliosa terra prima di passare una settimana a New York!
Come accennato Icelandair permette di fare lo stop-over: cioè la possibilità di fermarsi fino a 7 notti in Islanda nell’ambito di un volo con scalo dall’Europa all’America (e viceversa). Noi siamo partiti da Parigi dove abitiamo, ma dall’Italia si può volare con Icelandair da Milano. Le date dei nostri voli erano: andata il 19 maggio e ritorno il 28 maggio e in questo ambito ci siamo fermati 3 notti in Islanda dal 19 al 22 senza un surplus del prezzo che è stato di 942.68€ (bagagli in stiva inclusi).
Dopo il volo abbiamo cominciato a vedere come organizzare i tre giorni sul posto: un mini-circuito o un albergo per i tre giorni come base di partenza per le escursioni? Dopo aver riflettuto un po’ e consultato guide e blog la nostra scelta è caduta sulla seconda opzione: un unico albergo per i tre giorni come base di partenza.
Una volta deciso come la vacanza si sarebbe svolta abbiamo prenotato l’hotel, e come spesso succede l’abbiamo fatto via Expedia: la nostra scelta è caduta sull’Hotel Jazz nel villaggio di Keflavik a pochi passi dall’aeroporto internazionale dell’isola. Per le tre notti con la colazione, il wi-fi e il parcheggio abbiamo pagato 340.17€. Sappiate che l’Islanda è una destinazione carissima, quindi trovare un hotel con la colazione inclusa vi aiuterà a risparmiare sui pranzi!
Siccome il volo d’andata partiva realtivamente presto (alle 8.00 del mattino) abbiamo preferito prenotare sempre via Expedia un hotel vicino l’aeroporto per la notte prima del decollo: l’Ibis Budget CDG Paris Nord 2, per 62.04€ con wi-fi incluso e colazione a 6.50€ a persona già all’alba e navetta gratuita da e per l’aeroporto.
Dopo gli hotel ci siamo dedicati alla prenotazione della macchina: avevamo l’intenzione di sfruttare il più possibile i 3 giorni sul posto, esplorando la zona sud-ovest dell’isola (dove c’è la capitale Reykjavik e l’aeroporto principale). Come spesso ci succede ultimamente la prenotazione l’abbiamo fatta via AutoEurope: 136.29€ per una macchina “compatta” (alla fine abbiamo avuto una Hyundai I20) con kilometri illimitati e tutte le assicurazioni con ProCar. Dopo aver prenotato ci siamo resi conto che l’agenzia non era in aeroporto ma a Keflavik paese: abbiamo però scoperto che hanno una navetta gratuita da e per l’aeroporto (e sono stati molto gentili e rapidi a rispondere alle nostre mail per avere informazioni supplementari).
Per quanto riguarda le guide che avremmo utilizzato sul posto come sempre ne abbiamo portate con noi diverse: la Routard sull’Islanda (sempre ottima per le astuzie e le curiosità), la Marco Polo sull’Islanda (con molti consigli pre-viaggio) e la Guida Verde Michelin (sempre eccellente nella spiegazione dei magnifici luoghi).
Icelandair pur essendo una compagnia tradizionale non include nel prezzo di base i pasti a bordo (ma le bibite analcoliche calde o fredde sono incluse). Si ha però la possibilità di comprarli in pre-vendita sul loro sito prima della partenza a un prezzo più interessante di quello proposto a bordo. Abbiamo deciso di acquistare in anticipo la cena del volo Reykjavik – New York e quella del volo di ritorno per l’Islanda e poi uno yogurt tipico islandese (lo Skyr) per il volo Reykjavik – Parigi, il tutto per 53€.
Un’altra cosa che abbiamo fatto prima di partire è stata quella di cambiare il denaro: l’Islanda non facendo parte dell’Unione Europea non adotta l’Euro ma la Corona Islandese. Siccome ritirare denaro al bancomat sul posto è meno interessante abbiamo acquistato in anticipo 35.000ISK per poco più di 300€ (sperando che ci bastassero).
Come già detto l’Islanda è una destinazione carissima, tutte le guide e tutti i blog lo dicono. In più abbiamo degli amici che c’erano stati l’anno scorso e che erano tornati sconvolti dai prezzi dei ristoranti e del cibo in generale. Per questo motivo prima di partire abbiamo fatto scorta di viveri: delle salsiccette secche, del formaggio in stick, dei crackers, dei biscotti e delle merendine (ma attenzione: come per gli USA e il Canada anche in Islanda sarebbe vietato introdurre cibi freschi come salumi e formaggi. Noi l’abbiamo scoperto dopo!).
È poi giunto il giorno della partenza. La sera abbiamo raggiunto l’hotel vicino l’aeroporto evitando per un soffio il diluvio. Dopo una notte calma (anche se il letto era un po’ duro) e aver fatto colazione prendiamo la navetta per l’aeroporto. Il volo (circa 3 ore e un quarto) si svolge tranquillamente e in orario. Arrivando ammiriamo l’Islanda dall’alto: è già un’emozione grandissima. In più la giornata è straordinariamente bella: cielo blu intenso e sole bellissimo.
Recuperati i bagagli (a proposito: l’Islanda non fa parte dell’Unione Europea ma aderisce al trattato di Schengen, quindi niente frontiera arrivando) cerchiamo la navetta per recuperare la macchina. Dopo pochi minuti appare un signore con la scritta ProCar, ci avviciniamo e trova il nostro nome. Dopo aver recuperato un’altra coppia saliamo sulla navetta e in meno di 5 minuti arriviamo in agenzia.
Ci consegnano rapidamente una bella Hyundai I20 bianca (avevamo il nostro GPS) e ci dirigiamo verso l’hotel dove arriviamo in pochi minuti in quanto nello stesso paese. Sono circa le 10 della mattina (l’Islanda ha lo stesso fuso orario di Londra, quindi normalmente un’ora in meno rispetto a noi, ma non adotta l’ora legale, quindi siamo a 2 ore di meno) e ci diciamo che la stanza non sarà pronta, ma forse possiamo lasciare i bagagli. E invece sorpresa: la camera è già disponibile! Una bella camera spaziosa e pulita con caffettiera, minibar, cassaforte e un bel bagno con doccia. E tutte le persone che incontreremo nei prossimi giorni alla reception sono molto gentili e cordiali.
Lasciati i bagagli partiamo alla scoperta di questa terra! La nostra prima tappa sarà l’esplorazione della Penisola di Reykjanes dove sorgono l’aeroporto e Keflavik. Ci fermiamo in un supermercato (noi vi consigliamo la catena Bonus, riconoscibile dal suo simbolo: un maialino rosa! E sappiate che di solito supermercati e negozi non aprono prima delle 10 della mattina...) e compriamo del pane in cassetta e dei dolcetti alla cannella. E poi via.
Questa penisola è già un condensato del resto dell’Islanda: colate laviche, fumarole, spiagge nere, rocce a picco sul mare, paesaggi montani verdi con laghi azzurri. Bastano pochi minuti per farci capitolare: l’Islanda non è bella, è MAGNIFICA! Fino a inizio pomeriggio scopriamo in rapida alternanza: Garður (abituatevi ai nomi islandesi impronunciabili per noi) con il suo stupendo faro, Sandgerði e i suoi stagni, Hafnir e le sue case isolate, Miðlína dove si vede benissimo la faglia che divide l’Europa dall’America, Reykjanesviti con le sue strepitose rocce a picco sul mare e le vicine incredibil fumarole di Gunnuhver, le belle fumarole di Krýsuvík e il bellissimo lago azzurro di Kleifatvatn. Sulla strada ci fermiamo a mangiare i nostri viveri di “contrabbando”.
A metà pomeriggio arriviamo nella capitale islandese: Reykjavik. La prima impressione è che non sembra una città ma un insieme di paesi riuniti. Le guide dicono che i parcheggi in città sono a pagamento e cari. Noi troviamo posto in una strada un po’ periferica, la Vesturvallagata, dove i parcheggi non si pagano (ma per arrivare in centro bisogna contare almeno 10-15 minuti a piedi).
La città è comunque carina, con belle case (alcune in legno colorato). Le cose da non perdere in questa capitale sono sicuramente la nuova fiammante opera, l’Harpa (tutta in vetro sul mare), il Parco Hljómskálagarður con il suo bel laghetto, le strade del centro attorno la piazza Austurvöllur e la cattedrale, la Hallgrimskirkja che domina la città dall’alto con la sua facciata particolare.
Prima di tornare in hotel a Keflavik decidiamo di comprare due panini, due dolcetti e una bottiglia d’acqua in un supermercato della città, il tutto alla modica cifra di circa 30€! E abbiamo deciso di fare così perché qualunque altro ristorante era inavvicinabile (anche i baracchini che vendevano hot-dog erano carissimi!).
Dopo una buona dormita nella nostra bella camera (a proposito in maggio le notti sono cortissime: il sole tramonta verso le 22.30 e alle 3 del mattino sorge di nuovo, fortunatamente le tende erano ben oscuranti!) facciamo un’ottima e abbondante colazione in hotel e scopriamo lo Skyr, il loro yogurt: è molto buono e molto denso, e soprattutto molto nutriente! Abbiamo lasciato il cuore anche per l’ottimo pane di segale: crosta croccante e mollica sofficissima, una vera delizia!
La nostra meta principale di oggi sarà il celebre Golden Circle, dove si trovano alcune delle attrazioni più belle e famose dell’isola.
Partiamo sotto una coltre di nebbiolina che lascia appena filtrare il sole. Passiamo oltre Reykjavik e il cielo resta grigio. Non appena imbocchiamo la strada per il Parco di Þingvellir (la prima attrazione del Circle) le nuvole scompaiono regalandoci di nuovo un sole splendente e un cielo blu! Il Parco è magnifico: un grande lago blu incastonato in splendide montagne, alcune ancora innevate.
Proseguiamo lungo il Golden Circle per raggiungere la seconda meta: Geysir. Qui, come indica il nome, scopriamo uno dei fenomeni più strani della natura: i geyser! Ce ne sono due in attività, il più grande getta acqua ogni due-tre giorni senza regolarità. Mentre il più piccolo, lo Strokkur, è incredibilmente regolare: ogni 8 minuti circa getta acqua. Impressionante! E ci chiediamo cosa deve essere il getto di quello grande in quanto questo raggiunge comunque diversi metri di altezza...
Lasciamo questo spettacolo per raggiungerne un altro: le splendide cascate di Gullfoss. Non sono certamente le prime cascate che abbiamo visto in vita nostra (siamo anche stati alle Cascate del Niagara), ma queste ci danno un’emozione indescrivibile! Forse il fatto che siano veramente immerse nella natura e la loro potenza ci lasciano senza parole. Ci porteremo quest’immagine per sempre nei nostri cuori!
Ripartiamo un po’ a malincuore dopo aver mangiato rapidamente le nostre cibarie e dopo un’oretta di strada in mezzo a magnifici paesaggi che cambiano rapidamente arriviamo in un luogo emblematico lungo la costa sud dell’isola: il vulcano di Eyjafjallajökull, che nel 2010 con la sua eruzione ha bloccato i voli di mezza Europa e mezza America (e mezzo mondo...). A vederlo così non fa paura, quasi non sembra un vulcano ma una bella montagna con un ghiacciaio, eppure...
Proseguiamo il nostro periplo raggiungendo un’altra cascata molto famosa: la Skógafoss. Rispetto a Gullfoss cambia: infatti qui c’è un unico salto. Ma è comunque bellissima. Continuiamo lungo la costa per raggiungere il paesino di Vik dove vicino a una chiesetta arroccata godiamo di una bellissima vista sull’oceano e la sua spiaggia di sabbia nera che raggiungiamo in seguito per una bella passeggiata.
Sulla strada del ritorno facciamo un’ultima sosta per ammirare un’altra bella cascata: Seljalandsfoss che con dei giochi di luce crea bellissimi arcobaleni. Si fa tardi e decidiamo di fermarci sulla strada per mangiare qualcosa al volo. La nostra scelta cade su un Kentucky Fried Chicken, dove per due panini e due bibite spendiamo il corrispettivo di circa 28€! E non aggiungiamo altro...
Dopo un’altra bella notte e la solita ottima colazione oggi partiamo in direzione nord. E ancora una volta il sole e il cielo blu ci accompagnano lungo tutto il nostro percorso odierno.
La prima tappa è un po’ forzata: in effetti a nord di Reykjavik c’è il fiordo di Hvalfjörður e se si vuole evitare di percorrerlo tutto (circa 60 kilometri) bisogna fare un tunnel pagante (circa 10€, che faremo al ritorno). Noi decidiamo che all’andata faremo la strada lungo il fiordo. E non ce ne pentiamo! Ancora una volta paesaggi bellissimi!
Raggiungiamo quindi il paese di Stykkishólmur sulla Penisola di Snæfells. Il paesino è veramente carino, con tante belle case colorate e un bel porticciolo turistico dominato da una bellissima scogliera a picco sul mare. Ancora una volta mangiamo le nostre vettovaglie prima di riprendere la strada.
Il pomeriggio lo dedichiamo alla scoperta della Penisola di Snæfells dominata sulla punta dal vulcano dallo stesso nome completamente ricoperto da un ghiacciaio: è uno strano effetto vdere una montagna con un ghiacciaio sul bordo del mare... La Penisola è ancora una volta bellissima: un susseguirsi di panorami mozzafiato che vanno dalle montagne ai laghi, dalle cascate alle scogliere, dalle colate laviche ai paesini incantevoli (come Ólafsvík o Grundarfjörður).
Subito prima di Keflavik ci fermiamo ad ammirare l’attrazione turistica islandese più famosa: la Blue Lagoon. Si può fare una passeggiata intorno senza entrare, anche perché è molto cara (sai la novità...) e senza prenotazione si fa una lunga fila. Comunque è molto bella (anche se artificiale...).
Rientriamo a Keflavik che è ora di cena. Il paese offre qualche ristorante, ma come avete ben capito i prezzi sono folli. Alla fine decidiamo di andare da Olsen Olsen (Hafnargata 62): una specie di fast food dove i panini sono fatti al momento e poi serviti al tavolo. Prendiamo due enormi panini riempiti con dell‘ottima carne e tanti altri ingredienti, una porzione grande di patatini fritte, una birra e una bibita spendendo circa...51€!
E anche l’ultima notte passa tranquilla. Dopo la colazione lasciamo a malincuore la nostra camera e l’hotel. Riconsegnamo la macchina rapidamente e la navetta ci riporta in aeroporto da dove prenderemo il volo per terminare le nostre vacanze a New York (che ci sembrerà economica...).
Nota supplementare sulla macchina: noi avevamo una compatta cittadina e per 3 giorni è andata bene. Sappiate comunque che spesso le strade diventano sterrate senza alternativa e in alcuni casi dei SUV o dei fouristrada sono necessari (quindi con costo maggiore).
Avrete sicuramente capito che l’Islanda è entrata nei nostri cuori! È un posto magnifico dove si capisce veramente la potenza e la bellezza della natura. Ma è cara. Anzi carissima! Ci diciamo che forse è così cara per evitare che il turismo di massa distrugga queste meraviglie. In ogni caso la voglia di riprendere l’aereo e di tornarci è immensa (ma il conto in banca non è d’accordo...)!
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